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LA MIA IDEA DI MONOVULUME DEL 1977
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Il modello presentato sul N°11 del Novembre 1977 di Gente Motori, prevedeva tre tipi di motorizzazione:
un motore 1800-2000 a benzina, oppure un motore diesel “due litri”, infine un sei cilindri tremila a benzina.

Sono orgoglioso di questo modello di monovolume il cui brevetto in data 3 Agosto 1976 ha preceduto la Renault Espace del 1984 e addirittura la Megagamma del geniale Giugiaro del 1978.

Ma ancor più sono fiero dell’articolo che presentava questa mia idea sulla rivista Gente Motori N° 11 del Novembre 1977 con il titolo: Un’idea intelligente: se le auto fossero più alte? Quello scritto riportato qui di seguito fu una lucida intuizione per lo più non recepita dai managers dell’epoca. Oggi a distanza di quasi trent’anni, il boom delle monovolume, di tutte le taglie, conferma che quella intuizione era azzeccata e avvallata da solide motivazioni: Altro che fantasiosi prototipi futuristici sbandierati nei vari saloni!

LE MOTIVAZIONI CHE ACCOMPAGNAVANO IL MODELLO DA ME PRESENTATO SU “”GENTE MOTORI” INTEGRALMENTE RIPORTATE.
L’idea di questo veicolo è nata dall’esigenza di trovare una dimensione a misura d’uomo applicata ad un’autovettura. Essa prende forma da un concetto nuovo di spazio che scaturisce dall’analisi dell’evoluzione che il mezzo di trasporto (automobile) ha subito negli ultimi trent’anni e dalla critica dei risultati odierni di questa evoluzione. La critica si rivolge


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soprattutto all'abitabilità delle vetture odierne ancora scarsa e non consona alle esigenze di una famiglia media per le varie utilizzazioni di lavoro e di svago.
In secondo luogo è stata presa in esame l'accessibilità che non consente una facile entrata- uscita dall'abitacolo. Ciò è dovuto sprattutto a carrozzerie piuttosto basse che mediamente non arrivano alla spalla di una persona eretta. D'altro canto è stato considerato che l'evoluzione tecnica odierna delle sospensioni, dei pneumatici, dell'impianto frenante e della stessa carrozzeria, consentono una distribuzione dei pesi diversa da quella classica. Per ultimo è stata esaminata l'evoluzione ambientale in cui l'auto si trova, che non permette eccessivi ingombri né alte velocità. In conseguenza di ciò è stata concepita una carrozzeria notevolmente più alta dello standar medio, aumentando quindi il volume, la capacità di carico e l'accessibilità, senza alterare l'ingombro al suolo. Ciò può essere oggi realistico perché la sopra citata evoluzione tecnica può consentire una normale stabilità e sicurezza di marcia, dato che la voce “velocità“ non è più la principale meta da raggiungere.

   

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La controprova ci viene da veicoli speciali come furgoni e fuoristrada che, pur con un alto baricentro, consentono velocità elevate in piena sicurezza. L'aumento della sezione maestra derivante da questo concetto può comportare naturalmente un maggior impedimento all'avanzamento. E' però vero che si può ovviare a questo inconveniente con una linea giustamente aerodinamica: inoltre l'adozione di un motore Diesel porterebbe a una riduzione dei consumi, riequilibrando la situazione. Per quanto riguarda l'utilizzazione di questo veicolo, esso si rivolge a diverse categorie di utenti quali: famiglie numerose, commercianti, rappresentanti, taxisti. Inoltre la sua struttura si presta con poche modifiche a essere utilizzata per usi speciali come furgoncini, ambulanze, ecc.

A questo punto vorrei sintetizzare i pregi più consistenti di questa concezione:

  • E' una vettura a misura d'uomo; vi si può accedere senza abbassare la testa e sedersi e scendere senza contorcimenti.
  • L'altezza maggiore comporta un maggior volume dell'abitacolo senza alterare le dimensioni di base.
  • La visibilità dal posto di guida aumenta considerevolmente.
  • Vi è un maggior ricambio d'aria nell' abitacolo.
  • Nella guida notturna è maggiore l'angolo di incidenza tra gli occhi del guidatore e i fari delle vetture che si incrociano.